giovedì 30 settembre 2010

Atei ed agnostici ne sanno più dei fedeli. Cattolici in coda.

E' questo l'esito sorprendente (nemmeno tanto a pensarci bene) di un sondaggio telefonico effettuato in USA su circa 3400 persone che include cattolici, protestanti, mormoni, ebrei, atei ed agnostici.

Il sondaggio è composto da 32 domande divise in 3 classi: Bibbia e Cristianesimo, altre religioni e ruolo della religione nella vita pubblica.

Il risultato globale è indicato nella seguente tabella dove si indica, nella prima colonna, il numero medio di risposte esatte e mostra come atei/agnostici siano ben al di sopra della media generale (20.9 contro 16) rispetto agli altri gruppi religiosi. I cattolici, pesantemente penalizzati dal gruppo ispanico, sono sotto la media (14.7 contro 16).


Il risultato davvero stupefacente viene fuori quando si va ad analizzare la conoscenza delle Scritture. Ci si aspetterebbe che un fedele, che frequenta le funzioni, abbia una conoscenza maggiore rispetto ad un ateo/agnostico. Nella seguente tabella, dove le risposte sono divise nelle 3 categorie anzidette, si nota come quest'ultimi in realtà abbiano una conoscenza superiore alla media (6.7 contro 6.0) mentre i cattolici fanno da fanalino di coda (5.4 contro 6.0) superati da protestanti, mormoni ed ebrei.


Per chi vuole andare più a fondo qui trovate un riassunto del sondaggio, qui un'analisi più dettagliata in modo da vedere chi-sa-cosa e qui un'analisi della popolazione interrogata. In quest'ultima parte viene fuori, ovviamente, che i più ferrati sono coloro che hanno un grado di istruzione scolastica superiore, frequentano maggiormente le funzioni, discutono in famiglia o tra amici di tematiche religiose o hanno un partner di confessione differente.

La domanda interessante è: perché persone che non credono in Dio (atei) o ne dubitano l'esistenza (agnostici) ne sanno di più rispetto a chi crede?
Dal sondaggio viene fuori che in media atei/agnostici hanno un grado di istruzione superiore e quindi hanno maggiore conoscenza. Ovviamente ciò non vuol dire che essere atei/agnostici porti dei vantaggi nell'apprendimento piuttosto, rovesciando la medaglia, una maggiore istruzione porta ad una visione critica della religione nel suo complesso con conseguente distaccamento. Non è un caso infatti che i più ferrati siano quelli che hanno cambiato credo nella propria vita. Un ateo/agnostico si pone domande, fa ricerche, si informa, legge maggiormente rispetto a chi segue le funzioni ogni settimana.

L'altra domanda interessante è: perché i cattolici ne sanno di meno?

La mia spiegazione è che il cattolicesimo vissuto dalla gente, quello con cui mi confronto nella vita di tutti i giorni, è un religione fatta maggiormente di tradizioni piuttosto che di conoscenza. Molta gente fa le cose perché "si è sempre fatto così" senza chiedersi l'origine ed il senso delle cose. Ho visto personalmente persone rispondermi in malo modo quando, Bibbia alla mano, facevo notare che alcuni usi e costumi erano anti-scritturali.

Un consiglio, in amicizia, che potrà solo arricchire le vostre menti (lo spirito di conoscenza raramente porta ad un impoverimento): la prossima volta che ad una funzione religiosa ripeterete pedissequamente "parola del Signore" chiedetevi "la conosco realmente?".

PS: chi vuole cimentarsi, qui c'è condensato del quiz (in inglese) composto da 15 domande. Fatemi sapere i vostri risultati. Io, da apateista, sono andato decisamente bene. Cosa diavolo è un apateista? Il suo pensiero può essere condensato in "ok, supponiamo che Dio esista. Embè?". Un apateista non si interroga circa l'esistenza o meno di Dio in quanto lo ritiene ininfluente nella propria vita. Una volta appurato che non serve, è superfluo chiedersi se esista.