Chiunque di voi avrà certamente notato il ronzio provenire del vostro amatissimo pc. E quasi tutti sapete che esso proviene dalla ventolina impiegata per raffreddare il processore che, lavorando costantemente per tenere tutto sotto controllo, è l'elemento che genera un botto di calore ed ha bisogno di stare sempre "fresco".
La ventolina è montata su un dissipatore di metallo (il pezzo grigio con le lamelle in figura) che è incollato sul processore. Il dissipatore assorbe il calore e viene raffreddato dalla ventola che tira via l'aria calda, facendo in modo che la temperatura non salga troppo col rischio di fondere il processore (e poi son dolori di pancia).
Nel corso del tempo sono nate soluzioni sempre più efficaci e visivamente spettacolari, con dei veri e propri tubi di rame necessari per distribuire meglio il calore evitando che si accumuli.
Si è poi passati al raffreddamento a liquido, simile per principio a quello impiegato nella vostra automobile. Il calore viene assorbito da un liquido che circola in dei tubi che viene poi raffreddato tramite una ventola. Sebbene più efficiente di un raffreddamento ad aria, tale sistema è più costoso e a meno che non siate dei giocatori che spremono la linfa vitale del processore, non ne sentirete mai il bisogno.
In ogni caso, c'è sempre una ventola che gira generando rumore. Se poi essa è malandata o piena di polvere, il ronzio può essere davvero disturbante.
Nel caso di un computer portatile, il raffreddamento è complicato dal fatto che lo spazio è ridotto. Spesso si vogliono portatili sottili sottili, per cui i vari componenti vengono addossati l'uno all'altro e la circolazione dell'aria è più ostacolata rispetto ad un computer da scrivania (i cosiddetti desktop).
Mentre per un desktop tipicamente il ronzio della ventola è costante, per un portatile esso diventa maggiore quando la macchina è messa sotto stress: il maggiore lavoro del processore ne alza la temperatura, per cui la ventola deve girare più velocemente per abbassare la temperatura. Questo anche per evitare la spiacevole sensazione di poggiare i polsi su una piastra per bistecche.
Ronzii e rumori vari sembrano però avere i giorni contati, grazie ad un innovativo sistema di raffreddamento ... senza ventola. Vi chiederete: e chi soffia? Giusta obiezione.
Nell'agosto del 2006 è giunta la notizia che ricercatori della Intel, in collaborazione con alcune università USA, hanno messo a punto un sistema di raffreddamento a "vento ionico". Dietro il nome altisonante c'è un concetto abbastanza semplice.
Applicando un'alta tensione ad un elettrodo (in soldoni, una punta di metallo) gli atomi di aria quali ossigeno ed azoto vengono ionizzati. Vuol dire che, se prima erano atomi neutri, diventano atomi carichi positivamente perchè viene loro strappato un elettrone e sono le palline gialle col simbolo +.
Gli ioni sentono l'influenza del campo elettrico tra gli elettrodi, ossia vengono respinti dal "corona electrode" che è carico anch'esso positivamente e vengono attratti dal "collector electrode" che li raccoglie, essendo carico negativamente. E' la stessa storia delle cariche dello stesso segno che si respingono e quelle di segno opposto che si attraggono. In tal modo, si riesce a creare un "vento di ioni", dato che essi si spostano. Gli ioni vanno a sbattere contro gli atomi d'aria calda (le palline verdi) e la trascinano via dalle zone ad alta temperatura, finendo col raffreddare i componenti.
Se tre anni fa questo era solo un passatempo da laboratorio, a maggio la Tessera (azienza dicroelettronica) è riuscita a sfruttare questo principio in un portatile vero e proprio. Il raffreddamento a vento ionico si è dimostrato migliore di quello classico a ventola oltre a consumare meno. Ed ha un vantaggio che ingolosisce tutti i possessori di portatile: non fa rumore, dato che non ci sono ventole. E già che c'è, potrebbe fare a meno anche del dissipatore che si piglia comunque il suo spazio.
Quelli della Tessera sono fiduciosi e pensano di riuscire a rendere il sistema vendibile entro il prossimo anno. Ci sono ancora dei problemi da risolvere come la tendenza degli elettrodi a consumarsi. Questo potrebbe guastare il sistema di raffreddamento portando alla rottura dei componenti critici, per cui si sta lavorando per trovare materiali più adatti e resistenti.
PS: Per i più curiosi, riporto i due articoli (in inglese) tratti da Technology Review usati come base per l'articolo del blog: Tiny Pump Cools Chips e A Laptop Cooled with Ionic Wind
Inoltre, mentre cercavo le immagini per arricchire questo intervento, mi sono imbattuto nella pubblicazione scientifica degli ingegneri della Tessera (in inglese anch'essa) che hanno modificato il portatile per verificare la bontà del raffreddamento a vento ionico. Non l'ho ancora letta, ma un'occhiata rapidissima rivela che è decisamente più tecnica e risulterà indigesta per alcuni palati. La pubblicazione è in formato pdf .
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