mercoledì 29 luglio 2009

LRO - Apollo 11. Anche in questo caso i crateri combaciano

Si ringrazia Gabriele per il contributo a questo articolo.

Circa 10 giorni fa mi ero occupato delle immagini mandate dalla sonda LRO che sta orbitando attualmente intorno alla Luna al fine di compiere misurazioni in previsione di futuri sbarchi umani. In particolare, come potete leggere in questo articolo, la sonda spaziale ha fotografato i luoghi degli sbarchi delle missioni Apollo con tanto di stadio di discesa del modulo lunare e impronte degli astronauti (per la missione Apollo 14).

La speranza che tali immagini fossero un ulteriore chiodo nella bara del complotto lunare, secondo il quale non siamo mai stati sulla Luna (o almeno non con l'Apollo 11), si è rivelata vana. Subito hanno iniziato a circolare voci circa l'autenticità di tali fotografie alle cui obiezioni è facile rispondere come potete leggere in quest'altro articolo da me pubblicato due giorni dopo.

In quell'occasione riportai due immagini create dall'utente Gabriele che si era preso la briga di confrontare, per la missione Apollo 14, la posizione dei crateri tra la foto dell'LRO ed il video del decollo dal suolo lunare.
Le riporto nuovamente per farvi apprezzare come ci sia corrispondenza perfetta:
Gabriele ha proseguito il suo prezioso lavoro e si è concentrato sulla ben più famosa missione Apollo 11, la prima a portare degli uomini sulla Luna. Eccovi l'immagine:
In questo caso per effettuare un confronto esauriente è necessario prendere diversi fotogrammi del video dell'epoca. Infatti il modulo lunare dell'Apollo 11 (chiamato Eagle) non si è avvicinato alla superficie lunare muovendosi solo in verticale tipo elicottero, ma si spostava anche orizzontalmente dato che Neil Armstrong, che era ai comandi dell'Eagle, era alla ricerca di un buon punto per l'allunnaggio.
Il terreno "scorre" nell'inquadratura man mano che l'Eagle scende e si sposta lateralmente quindi abbiamo diversi fotogrammi in modo da coprire un'area più vasta e rendere il confronto più agevole e completo.

Tra i punti peculiari messi in evidenza abbiamo un cratere allungato #3, un doppio cratere #4, un vistoso cratere #7 ed un altro doppio cratere #8. Il cratere #9 è meno evidente nella foto dell'LRO a causa della diversa incidenza della luce, motivo per cui le ombre sembrano non combaciare.

Il cospirazionismo non finirà mai, lo so bene, ma intanto io un altro chiodo nella bara ce lo metto volentieri.

sabato 25 luglio 2009

Giove si becca una pallottola spaziale. E per il 2012 ...

Il 19 luglio l'astrofilo dilettante Anthony Wesley stava quasi per abbandonare la sua postazione a causa dell poca visibilità che comprometteva la sua osservazione di Giove. Tuttavia decise di prolungare di mezz'ora la sessione e ciò gli riserverà una gradita sorpresa.

Quello che vedete in alto è Giove in una foto scattata da Wesley stesso col suo telescopio e come potete notare, in prossimità del bordo superiore c'è una macchiolina nera. Ebbene Wesley è stato il primo ad osservarla in quanto è il risultato dell'impatto di una cometa o di un asteroide.
Wesley non ha capito di cosa si trattasse, come potete leggere nel suo resoconto in questa pagina. Infatti ha prima ipotizzato che fosse una tempesta atmosferica (come la famosa Macchia Rossa di Giove), poi il satellite Callisto oppure l'ombra di un altro satellite.
Tuttavia il fatto che la macchia nera si spostasse insieme a Giove gli hanno fatto intuire correttamente che fosse qualcosa sulla faccia del pianeta stesso piuttosto che un'ombra proiettata da qualcos'altro. Giove infatti ha un periodo di rotazione abbastanza breve (circa 10 ore) per cui osservandolo per alcune ore si riesce ad apprezzarne la rotazione.

La presenza della macchia è stata poi confermata in questa pagina dalla NASA, contattata da Wesley stesso per segnalare il fenomeno, che ha prontamente puntato il telescopio spaziale Hubble in direzione del pianeta ottenendo l'immagine in basso.

Dal telescopio Keck delle isole Hawaii arriva invece questa immagine all'infrarosso.

Ovviamente i giornali, tra cui Repubblica, non potevano esimersi dal riportare qualche inesattezza, infatti indicano erroneamente che "un'altra cometa stavolta di dimensioni simili alla terra ha colpito Giove causando una colossale cicatrice sulla superficie del gigante gassoso".
In realtà è la macchia ad avere le dimensioni del nostro pianeta come indicato dall'astronomo Leigh Fletcher in questo articolo mentre l'oggetto che ha impattato non era molto grosso difatti nella pagina NASA linkata in precedenza si parla di una larghezza di "diversi campi di football".

Sempre Repubblica pubblica un'immagine in questa pagina corredata da una didascalia a mio avviso fuorviante. Infatti la foto è agli infrarossi e non riprende il momento dell'impatto come si lascia intendere. Esso infatti non è stato visibile, altrimenti dovremmo dedurre che Giove stia esplodendo visto che sprizza fuoco e fiamme dal polo e dall'equatore. La macchia nella realtà è nera, come nelle prime due foto di questo articolo.

Tuttavia, nonostante l'impatto non sia stato osservato, c'è un famoso precedente, ossia quello della cometa Shoemaker-Levy 9.
Essa destò la curiosità degli astronomi in quanto, a differenza delle altre comete, non orbitava intorno al Sole bensì intorno a Giove. Studiandone l'orbita si previde, con mesi di anticipo, che essa sarebbe caduta su Giove nel luglio 1994 per cui numerosi telescopi furono puntati verso il pianeta in quanto sarebbe stata la prima occassione per osservare una collisione di tale portata tra corpi celesti.
La cometa si frantumò in diversi pezzi prima di colpire Giove a causa della forte gravità del pianeta come si può vedere nell'immagine in basso.

Nonostante i frammenti maggiori non superassero i 2 km di ampiezza, le macchie nere lasciate nell'atmosfera di Giove furono di dimensioni considerevoli, anche più grandi della macchia scoperta recentemente da Wesley. Nell'immagine in basso, potete vedere i risultati della serie di impatti.

L'impatto, oltre che tremendamente affascinante, consentì anche di studiare gli strati inferiori dell'atmosfera di Giove, di solito coperti da quelli superiori, che vennero espulsi dai frammenti della cometa, un po' come l'acqua che viene lanciata verso l'alto da un sasso che cade in uno stagno.

La forte gravità del pianeta, un uomo di 70kg ne peserebbe 160 su Giove, è molto utile per noi terrestri in quanto esso funge da spazzino spaziale, attirando bolidi provenienti dalle zone esterne del Sistema Solare e viene inoltre sfruttata per mandare le sonde nello spazio profondo senza eccessivo consumo di carburante dato che funge da fionda.

Vorrei infine muovere una critica a tutti quei giornali e siti che riportano titoli come "Un dilettante frega la NASA" e robe simili. Lungi da me mettere in dubbio le qualità e la conoscenza del signor Wesley, che troverei certamente invidiabili, ma egli non ha fregato nessuno. Semplicemente ha guardato il posto giusto al momento giusto mentre gli altri no perchè impegnati a fare altro, mica era una gara a chi trovava prima la macchia.
E' come se voi vi piazzaste sul ciglio di una strada con l'intenzione di scattare foto a tutti quelli che superano il limite di velocità mentre gli autovelox sono in opera da qualche altra parte. Direste che avete fregato i carabinieri?

Vorrei concludere con una nota circa il famigerato 21 dicembre 2012. Mi ero promesso di non parlarne perchè trovo tutta la storia una grandissima boiata (senza mezzi termini) utile solo a pubblicizzare il film 2012 catastrofico in uscita a novembre, ma alla luce di questa scoperta mi viene spontaneo fare un riflessione. Tutti quanti avrete sentito la storia del calendario Maya che finisce per quella data con conseguente fine dell mondo, catasfroti planetarie, inversione dei poli e robe simili. Tutto ciò sarebbe causato da un misterioso pianeta chiamato Nibiru noto sin dall'antichità.
Ora, a parte il trascurabile dato che i Maya NON si aspettavano la fine del mondo (esistono infatti iscrizioni con date successive al 21/12/2012) e che il loro calendario ricominciava (come il nostro finisce e riparte il 31 dicembre), il pianeta Nibiru non è stato osservato.
La teoria catastrofista vuole che esso abbia una massa 3 volte superiore a Giove (che ha una massa circa 300 volte superiore a quella della Terra, giusto per capirci) e che la NASA con la compicità dei governi di tutto il mondo lo tiene nascosto al pubblico perchè altrimenti sarebbe il panico, l'anarchia e bla bla bla.

Ebbene, Galileo con un cannocchiale per nulla comparabile ai telescopi odierni, scoprì 4 satelliti di Giove (Io, Europa, Ganimede e Callisto) che, in condizioni eccezionali, sono persino visibili ad occhio nudo come in questa foto. Sono quei puntini luminosi intorno alla "stella" (che è Giove appunto) in basso a destra.
Oggi abbiamo un astrofilo dilettante che osserva gli effetti dovuti ad un corpo celeste grande nemmeno un chilometro.
Quanto è credibile che un pianeta come Nibiru che fra circa 3 anni (un tempo insignificante astronomicamente) è talmente vicino da distruggere la Terra con la sua influenza e di cui si è persino calcolata la presunta orbita non sia stato ancora osservato manco da mezza persona?

Appunto.

Ah, lessi sui siti dedicati che sarebbe stato visibile ad occhio nudo (!) nella primavera di quest'anno. Infatti, lo abbiamo visto tutti.

giovedì 23 luglio 2009

Randy Pausch 1960-2008. Un esempio di vita

Dio benedica Facebook. C'è chi lo usa per spiare le vite degli altri e chi lo usa più utilmente per condividere contenuti ed informazioni. Dio benedica anche i secondi perchè nello sterminato mondo di internet si rischia di ignorare persone, fatti e notizie che vale la pena di conoscere.


Nato nel 1960, si laurea in informatica nel 1982 alla Brown University di Providence ed ottiene il dottorato nel 1988 alla Carnegie Mellon University di Pittsburgh. Dal 1988 al 1997 è professore di informatica all'Università della Virgina per poi tornare alla Carnegie Mellon dove terrà per 10 anni il corso di Building Virtual Worlds circa la realtà virtuale e l'interazione uomo-computer.
Morirà nel luglio del 2008 a causa di un cancro al pancreas diagnosticatogli circa due anni prima.
Nel corso della sua carriera ha collaborato con la Walt Disney Imaginery per la realizzazione di attrazioni da luna park, Google, Adobe, Xerox ed Electronic Arts (casa di produzione di videogiochi del calibro di The Sims, la serie calcistica FIFA e Medal Of Honor).

Certamente poco noto al grande pubblico per i suoi consegumenti accademici e lavorativi, Pausch diventa una celebrità locale quando il 18 settembre 2007 tiene alla Carnegie Mellon una lezione dal titolo "The Last Lecture" ossia "l'ultima lezione".
In quel periodo all'università venivano tenute una serie di lezioni basate su un concetto tanto semplice quanto amletico per un professore: ipotizzando che dobbiate morire, quale sarebbero gli ultimi insegnamenti che vorreste trasmettere ai vostri studenti?
Nel caso di Pausch, non era un ipotesi. Da un anno circa lottava contro il cancro, inizialmente ed apparentemente sconfitto, che è tornato a colpire inesorabilmente nell'agosto del 2007. I medici gli garantirono 3-6 mesi di buona salute. Pausch quindi incentrò la sua lezione sul realizzare i propri sogni d'infanzia e come aiutare la gente intorno a sè a fare lo stesso. In realtà la lezione di Pausch va vista in chiave totalmente diversa come egli stesso svela alla fine: un insegnamento rivolto ai suoi tre figli sul come vivere la propria vita.

Grazie a Facebook vengo a conoscenza del video riportato in basso. Si tratta dell'intervento di Pausch all'Oprah Winfrey Show (la Winfrey è televisivamente la De Filippi USA) del 22 ottobre 2007. Il video dura 10 minuti ed è un sunto molto breve della lezione tenuta all'università.



Di sicuro impatto emotivo (ho pianto in diversi passaggi, lo ammetto), le parole di Pausch sono tanto "scontate" quanto sorprendenti. Ognuno di noi ha sentito gli insegnamenti di Pausch nella propria vita almeno una volta: chiedere scusa, addossarsi le proprie colpe, mostrare gratitudine, affrontare le difficoltà senza lamentarsi, non scoraggiarsi.
Nulla di nuovo sotto al cielo, ma in quanti lo facciamo? E in quanti vorremmo avere il suo vigore, il suo ottimismo, la sua capacità di non buttarsi a terra nonostante vada incontro a morte certa e prematura?
Condite deliziosamente con l'ironia, l'umorismo, la saggezza e lo straripante carisma di un uomo che sta per morire lasciando moglie e tre figli piccoli, questi insegnamenti "banali" e "scontati" assumono una dimensione totalmente nuova. Ci fanno vergognare dell'ultima volta che ci siamo svaccati un giorno intero sul letto per un flebile mal di stomaco.

L'intervento di Pausch soffre però dei ristretti tempi televisivi e non si ha la possibilità di apprezzare pienamente l'uomo al suo meglio. Per cui vi invito a visionare la lezione tenuta all'università, che dura circa un'ora, a questo indirizzo (sottotitoli in italiano).

Pausch tenne un'altra interessante lezione il 27 novembre 2007 dal titolo "Time Management" dedicata a come organizzare meglio il proprio tempo per vivere al meglio la propria vita. E detto da lui ...
Disponibile a questo indirizzo, la veloce e serrata sottotitolatura in inglese (Pausch parla rapidamente) può risultare di impiccio per la comprensione di qualche passaggio a gente poco allenata come me. In ogni caso vale la pena di seguire la lezione solo per apprezzare ancora una volta lo spirito di Pausch e la sua squisita dialettica. E' il tipo di persona che potresti osservare rapito per ore mentre recita la propria lista della spesa.

Nel maggio del 2008, due mesi prima di morire, Pausch intervenne durante la cerimonia di consegna delle lauree alla Carnegie Mellon (video in basso sottotitolato in italiano). L'affaticamento dovuto alla malattia unito alla solita saggezza ne fanno, a mio avviso, un momento molto toccante e, a suo modo, incoraggiante.



Per chi fosse interessato agli insegnamenti accademici di Pausch, in questa pagina del professore Gabriel Robins, amico ed allievo di Pausch all'Università della Virgina, sono riportati numerosi video circa la realtà virtuale, oltre alle lezioni linkate in precedenza. Su YouTube inoltre sono disponibili numerose interviste del professore.

Ed ora, qualcuno dica che Facebook non serve ad una mazza. A me ha fatto conoscere un grande uomo.

Tanto basta.

"We don't beat the Reaper by living longer. We beat the Reaper by living well and living fully ... It is not the things we do in life that we regret on our death bed, it is the things we do not"

lunedì 20 luglio 2009

Ombre anomale e crateri non combacianti? Solo per i complottisti

Qualcuno di voi pensava che le immagini resituiteci dalla sonda LRO smontassero definitivamente il complottisto lunare? Bene, quanto viene al chilo il vostro ottimismo? Ne gradirei un paio di etti.

Per chi non ha idea di cosa sto parlando, vi invito a dare un'occhiata a questo articolo pubblicato un paio di giorni fa. Tratta della sonda lunare LRO inviata per studiare in dettaglio la superficie del nostro satellite in vista di futuri sbarchi ed insediamenti umani. Oltre che crateri e promontori vari, la sonda ha fotografato i luoghi degli allunaggi delle passate missioni Apollo con tanto di stadio di discesa del modulo lunare (la navicella usata per allunare), strumentazione etracce degli astronauti, come riportato nell'immagine in basso.

I sostenitori del complotto lunare, secondo il quale fu tutta una messinscena della NASA per vincere la corsa dello spazio contro i sovietici (che a quanto pare godono a fare la parte degli sconfitti non accusando gli USA), sostengono che tali foto siano false.

Due le obiezioni che ho letto in giro per i blog in rete: le ombre sono anomale ed le posizioni dei crateri non combaciano con i filmati dell'epoca.

Quella che vedete in basso è un particolare della superficie lunare in cui è visibile lo stadio di discesa del modulo lunare dell'Apollo 11. E' la macchiolina bianca indicata dalla freccia che proietta una lunga ombra, segno di sole basso sull'orizzonte lunare.

I complottisti sostengono che la foto è falsa in quanto l'ombra del modulo è verso destra, mentre quella nei crateri è verso sinistra, ma è così che deve essere se ci pensate un secondo.
Per convincervene appieno osservate la foto in basso del cratere meteoritico Baringer in Arizona. Cliccate QUI per una versione a tutto schermo.

Osservate come in basso sul centro-destra ci sia una costruzione che proietta l'ombra verso destra, mentre quella nel cratere è nella parte sinistra del buco. Ciò accade in quanto è il bordo più vicino al sole a proiettare l'ombra.
Qualcuno starà pensando, ma una foto meno sfuocata no eh? In realtà l'immagine è stereoscopica ossia, indossando quei particolari occhialini con le lenti rosso-blu, dovreste vedere l'immagine in 3D. Io non li possiedo (non ancora almeno) ma spero che qualcuno di voi li abbia per godersi la visione.

Passiamo alla seconda obiezione dei complottisti. Essi affermano che tra i filmati dell'epoca (falsi a loro dire) e le foto restituiteci dall'LRO le posizioni dei crateri non combaciano.
Un secondo, un secondo, piccola digressione. Se le foto LRO sono false, allora quelli della NASA sono doppiamente cretini. Non solo spacciano per vere le foto dell'LRO (ignorando che anche i giapponesi ed i russi hanno mappe lunari) ma non si prendono nemmeno la briga di falsificarle alla stessa maniera, usando lo stesso modellino di polistirolo per simulare il suolo lunare che avrebbero usato nel 1969. Possibile che alla NASA, che hanno mandato sonde su Marte, siano così idioti?
Se invece le foto dell'LRO sono vere, allora ogni discussione circa le ombre anomale non ha senso di esistere.
Insomma, se i sostenitori del complottismo lunare hanno la pretersa di ergersi a depositari della verità, mentre gli altri sono tutti boccaloni che credono a quei farabutti della NASA, dovrebbero innanzitutto mettersi d'accordo tra di loro. Le foto dell'LRO sono vere o false? Voglio dire, se è così evidente che è tutta una farsa, perchè ci sono diverse versioni?
La spiegazione è semplice. Dato che i complottisti non diranno mai "ok, abbiamo sbagliato tutto" l'ossessiva voglia di trovare qualcosa di anomalo a sostegno della propria teoria porta ad appigliarsi a qualunque stranezza partorendo tali assurdi logici: "le ombre sono opposte, foto false!" e "i crateri non combaciano, i filmati Apollo erano falsi e queste foto sono vere!".

In realtà i crateri combaciano eccome se si ha un pò di voglia di andare a fondo con le analisi. L'utente Gabriele (che ringrazio per il permesso di pubblicare il suo lavoro) si è preso la briga di confrontare per la missione Apollo 14 (1971, la terza missione ad allunare) la foto dell'LRO ed il filmato dell'epoca del modulo lunare che decolla dalla Luna che potete visionare QUI.

Eccovi i link dei suoi confronti in cui potete vedere come la posizione dei crateri sia esattamente la stessa:
Notate anche come tra foto dell'LRO e fotogramma del video le ombre siano dirette in direzioni diverse, segno che l'LRO non ha scattato la foto alla stessa ora della partenza dell'Apollo 14.

Insomma, anche in questo caso le obiezioni dei complottisti cadono miseramente con un pò di analidi dei documenti.

Vi ricordo che oggi cade il quarantennale del primo allunaggio, per cui colgo l'occasione per risegnalarvi il sito WeChooseMoon che ripropone l'evento mandando in streaming le comunicazioni audio dell'epoca oltre a materiale vario come foto e video. Nel momento in cui chiudo questo articolo (15:05) mancano circa 7 ore e 10 minuti all'allunaggio.

Vorrei inoltre ringraziare tutti i lettori di questo blog. Oggi supererò le 1000 visite ed è un traguardo che non avrei minimamente immaginato di poter raggiungere (e superare) mesi addietro. Spero di riuscire a tenere l'attenzione dei lettori ad un livello accettabile anche in futuro. Grazie ancora :-)


sabato 18 luglio 2009

Sonda lunare mostra i luoghi degli sbarchi. Fine del complottismo?

Il 18 giugno dalla stazione spaziale di Cape Canaveral, la NASA ha inviato verso la Luna la sonda LRO (Lunar Reconnaissance Orbiter). Si tratta in sostanza di un velivolo spaziale che sta attualmente orbitando intorno al nostro satellite per una serie di interessanti esperimenti.

Nonostante non sia lo scopo principale della missione, suscita notevole meraviglia nel mio animo da astrofilo ultra-dilettante il fatto che le telecamere dell'LRO abbiano immortalato i moduli lunari di 5 delle 6 missioni Apollo che hanno portato esseri umani sulla Luna. Nella foto, una mappa che indica i luoghi degli sbarchi.

Nella foto in basso potete notare al centro dell'immagine un punto chiaro (indicato dalla freccia) che proietta una lunga ombra. Ebbene quello è il modulo lunare dell'Apollo 11, la missione del primo uomo sulla Luna.

Per una vista completa dell'area, presa dal sito della NASA, cliccate QUI.

Il modulo lunare, detto anche LEM o LM, è la navicella con la quale gli astronauti sono sbarcati sulla Luna. Per riferirci alla nota missione Apollo 11 mentre Michael Collins rimaneva in orbita intorno alla Luna nel Modulo di Comando e Servizio (foto in basso), che sarebbe servito anche per il rientro a Terra, Buzz Aldrin e Neil Armstrong atterravano col modulo lunare.

Esso era composto grossolanamente da due parti come potete vedere nel disegno in basso: uno stadio di discesa per atterrare (la metà con le "zampe") ed uno stadio di ascesa per decollare e ricongiungersi al Modulo di Comando e Servizio.
Quelli che la LRO ha fotografato sono appunto gli stadi di discesa delle varie missioni Apollo rimasti sulla Luna.
Per un magnifico colpo di fortuna, l'illuminazione propizia consente di vedere per la missione Apollo 14 (1971) anche degli strumenti oltre alle tracce degli astronauti che delineano un tenue percorso tra il modulo lunare e la strumentazione stessa.

La buona notizia è che l'LRO ancora non ha raggiunto la quota di volo prevista che è più bassa di quella che aveva quando ha scattato queste foto tra l'11 ed il 15 luglio. In sostanza ci si aspetta che le prossime foto siano di qualità migliore con un ingrandimento di 2-3 volte. Attendo trepidante.

Per le immagini relative alle altre missioni lunari, oltre a maggiori dettagli su quanto ha ripreso l'LRO, vi invito a consultare questa pagina della NASA.

Dubito che questo metta fine alle teorie del complotto lunare. La mia piccola esperienza nel campo mi dice che ci sarà sempre un'obiezione che un complottista muoverà ad ogni vostra spiegazione. Anche se prendessimo un complottista, lo facessimo salire su uno Shuttle per poi sbarcare sulla Luna e vedere con i propri occhi, direbbe che il modulo lunare è stato messo lì in seguito per alimentare il complotto.
Nel caso delle immagini dell'LRO prevedo obiezioni a scelta tra 1) le foto sono falsificate 2) quelli non sono i moduli lunari 3) quella non è la Luna 4) la Luna non esiste.

Un paio di paroline doverose sul reale compito della missione LRO. Si parla insistentemente di un ritorno dell'uomo sulla Luna nei prossimi anni come test per una futura e ardita missione su Marte. L'intenzione è costruire insediamenti umani sulla Luna come basi scientifiche per cui è necessaria una migliore conoscenza del nostro satellite per garantire la sicurezza degli astronauti e la fattibilità della missione.
L'LRO ha a bordo diversi strumenti che consentiranno di analizzare il suolo lunare con maggiore dettaglio (per l'interpretazione delle sigle degli strumenti potete fare riferimento alla voce di Wikipedia).
Zone perennemente in ombra, come il fondo di alcuni crateri, potrebbero contenere acqua ghiacciata usabile dagli astronauti. Le vette di montagne che ricevono molta luce possono essere il luogo ideale per installare pannelli solari che forniscono energia.

Uno strumento dell'LRO, chiamato CRaTER, si preoccuperà di misurare l'intensità delle radiazioni, uno dei tanti nemici che gli uomini devono affrontare al di fuori dell'atmosfera terrestre. Lo farà con dei rivelatori di silicio (non sapete quanto è gratificante sapere che una roba che studi sta su una sonda NASA) e contiene anche una particolare plastica che simula la pelle ed i muscoli umani per analizzare l'effetto delle radiazioni sui tessuti.
Piccola curiosità. Uno degli strumenti, precisamente il LEND che si occupa di rivelare i neutroni emessi dalla Luna, è stato sviluppato all'Istituto di Ricerca Spaziale di Mosca. Fa un pò sensazione.

Per chi volesse approfondire la questione, linko le pagine della NASA che sono servite da base per questo articolo:
PS: chiedo venia agli astrofili se ho riportato qualche inesattezza circa le missioni Apollo, ma è da poco che mi interesso dell'argomento Luna al di là del mero complotto. Sarò ben lieto di apportare le dovute correzioni se necessario. Grazie per la collaborazione.

venerdì 17 luglio 2009

Aiutiamo Ilenia, vittima di uno scherzo pesante su Facebook?

Copio-incollo qui un articolo apparso sul blog Il Disinformatico a cura di Paolo Attivissimo, dedicato alla tecnologia in genere ed allo sbufalamento di leggende metropolitane grandi e piccole, teorie del complotto ed affini.

"Ho segnalato pochi giorni fa l'appello-bufala che circola fra gli utenti di Facebook e che segnala il presunto pericolo per una "Ilenia Visca" e per un "Paolo Monasterolo", definiti "hackers" che ruberebbero dati personali.

Non è vero nulla, come al solito, ma la differenza importante rispetto ad altri falsi allarmi che segnalavano untori di questo tipo è che Ilenia e Paolo esistono veramente e stanno subendo un danno professionale non indifferente: i loro nomi, a causa di questa storia, adesso figurano in Google come vandali informatici.

Ilenia mi ha infatti contattato e ha pubblicato un commento in questo blog nel quale ha spiegato di essere "vittima di uno scherzo su facebook fatto da un amico", che evidentemente non s'è reso conto delle conseguenze del suo gesto: "la prima cosa che compare [su] google è che sono un hacker." Aggiunge: "mi hanno inviato insulti, mi han fatto strane proposte di lavoro, mi hanno chiesto di fare magie ai loro computer e allora...stufa di rispondere che io non ero un hacker ma avevo solo un amico poco corretto, mi sono tolta da facebook. tutto questo ovviamente sta accadendo anche al mio compagno."

E chiede aiuto: "Questa situazione mi sta creando non pochi problemi. Come posso fare?"

A parte dare il benservito al suo amico, l'unica soluzione che mi viene in mente al momento, in attesa che l'amico si faccia vivo e faccia un atto pubblico di contrizione, è chiedere a tutti di linkare il più possibile questo articolo nei vostri blog, siti e pagine Facebook, in modo che chi cerca il suo nome in Google trovi la spiegazione della reale situazione di Ilenia e Paolo.

Se avete in mente altre soluzioni che non coinvolgano un grosso bastone nodoso e permettano di contrastare questa stupidata, segnalatele nei commenti qui sotto."

Poco da aggiungere alla storia. Vorrei solo far notare a tutti quelli che inoltrano link e messaggi ad minchiam, che questo sta portando una pubblicità negativa a Facebook. Ho letto di molte persone che sono ancora più convinte di non iscriversi mai a Facebook o persino annullare il proprio account.

Non sono un fan sfegatato di Facebook, ma a differenza di chi lo ritiene (o lo usa) come un mezzo per farsi gli affari degli altri, credo che abbia molte utilità e possa offrire sano divertimento.

Personalmente lo uso per tenere contatti con amici che abitano lontano, sfidarli nei vari giochini (giocare contro persone che si conoscono aumenta il divertimento esponenzialmente), venire a conoscenza di video che è un peccato perdersi (cercate su Google "Randy Pausch Last Lecture"), organizzare partite di calcetto senza spendere un patrimonio in sms e così via.

Insomma, rovinare il giocattolino per ignoranza e cieco copia-incolla sarebbe un vero peccato.

giovedì 16 luglio 2009

Quarant'anni fa lo sbarco sulla Luna. Ci risiamo col complotto ... anzi no

Il 20 luglio sarà il quarantennale dello sbarco sulla Luna da parte della missione Apollo 11 ed insieme alle celebrazioni rifioccano le voci mai sedate del complottone, ossia che l'allunaggio sia stata tutta una finzione ricreata in un set cinematografico dalla NASA e diretta da Stanley Kubrik.

Prima che scada il conto alla rovescia, vi segnalo che sul sito http://wechoosethemoon.org/, c'è la riproposizione dell'intera missione Apollo 11 in "diretta". Oltre a seguire le varie fasi, sentirete le trasmissioni radio originali dell'epoca con foto e tanto altro materiale per gli astrolifi. In questo momento (14:39) mancano 52 minuti al lancio, non perdetevelo!

Incappo stamane in un articolo de Il Giornale che è la massima espressione del pressappochismo giornalistico, specialmente in ambito scientifico. Insomma, un articolo buttato lì solo per fare sensazione, creare l'alone di mistero e liberarsi il pomeriggio "tanto anche oggi un articolo l'ho scritto".

Il giornalista riporta quelle che sarebbero le stranezze che fanno gridare al complotto: <<perché nelle foto e nei filmati della missione Apollo 11 non si vedono le stelle che, in mancanza di atmosfera, dovrebbero essere luminosissime? Perché non ci sono crateri sotto il Lem nonostante il getto del motore a propulsione? Perché in molte immagini gli astronauti proiettano ombre e sono illuminati in un modo inspiegabile rispetto alla sola fonte di luce possibile sulla luna, cioè il sole? Perché Armstrong è fotografato da Aldrin che si vede riflesso nel suo casco senza però avere in mano la macchina fotografica?>>

Rispondo brevemente dal basso della mia ignoranza e vi linko il materiale per approfondire.

1. Questione stelle: ma vi pare che alla NASA sono così idioti da dimenticare le stelle? Le stelle non si vedono perchè per la loro luce è estremamente più debole del suolo lunare fortemente illuminato.

Chiudendo il diaframma (in sostanza, facendo entrare poca luce nella macchina fotografica) se evita che il suolo venga immortalato come un enorme chiazza bianca ma, per forza di cose, le stelle non vengono. Anche in foto di missioni spaziali recenti (2008) non ci sono le stelle. False anche quelle?
Approfondimento QUI con numerose immagini senza stelle e relativa spiegazione.

2. Questione cratere: e chi l'ha detto che deve esserci per forza? Gli aerei a decollo verticale come l'Harrier, non bruciano nemmeno il praticello da cui si librano, come si vede a 2:48 di questo video. Ne scavano sul ponte di una portaerei o una pista di decollo.



E l'Harrier pesa minimo 7000kg. Il modulo lunare (la navicella con la quale Aldrin e Armstrong scesero sulla Luna) pesava 15000kg che sulla Luna, a gravità ridotta, diventano 2500kg.
Approfondimento QUI in cui si fa notare come in realtà ci siano degli effetti sul suolo lunare dovuti al motore del modulo.

3. Questione illuminazione impossibile: qui in basso trovate la fotografia che viene spesso riportata dai complottisti come testimonianza della messinscenza.

Si argomenta che l'astronauta non dovrebbe vedersi in quanto è nell'ombra proiettata dal modulo. La spiegazione complottista è che sia illuminato da un'altra fonte di luce, ossia la lampada di un set cinematografico. In realtà l'astronauta, come anche il modulo, non è completamente nero in quanto illuminato dalla luce riflessa dal suolo lunare. La Luna è altamente riflettente, difatti la vediamo anche in pieno giorno.
Notate inoltre come la foto sia sovraesposta, ossia il suolo è molto più bianco che nelle altre foto in quanto la pellicola ha assorbito più luce. Questo vuol dire che nelle realtà, l'astronauta era più scuro.

4. Questione fotocamera: l'obiezione che nel riflesso del casco lunare non si veda l'altro astronauta con la macchina fotografica ad altezza volto è smontabile conoscendo un pò i fatti, cosa che un giornalista dovrebbe fare prima di scrivere un articolo.

Le macchine fotografiche erano fissate sul petto degli astronauti, non potevano maneggiarle come turisti giapponesi.
Lo sanno persino i complottisti (tra cui Bill Kaysing, uno dei maggiori sostenitori del finto allunaggio) tanto che muovono un'altra obiezione "le foto sono troppo perfette considerando che le macchine erano sul petto con la conseguente difficoltà di mirare".
In realtà le belle foto che conoscete e che vengono propinate al grane pubblico sono quelle venute meglio. Ci sono decine di foto venute male (sfuocate, scure, mosse, fuori inquadratura, ecc.) che certamente la NASA non usa per celebrare la sua impresa.
Maggiori dettagli QUI con alcune delle foto citate.

L'articolo rincara l'alone di mistero con <<A conferma dei dubbi dei cospiratori, la Nasa due anni fa ha dichiarato di aver perso i filmati originali dello sbarco.>>
Assolutamete no. La NASA ha perso una copia in alta qualità del video, ma ha ancora la copia originale.
Copie in alta qualità sono disponibili presso la società Footagevault che si è occupata di rimasterizzare gli originali. Per gli astrofili, segnalo che il giornalista e blogger Paolo Attivissimo (che gestisce tra i vari blog anche Complotti Lunari da cui sono presi gli articoli di approfondimento) ha indetto una colletta per acquistare i video e farne un documentario liberamente scaricabile una volta realizzato. Maggiori dettagli, con il link per la donazione, li trovate QUI.

Per chi volesse levarsi altri dubbi, vi invito a leggere le FAQ redatte da Complotti Lunari. Vedrete come il complottone si sgonfia da solo con un minimo di conoscenza accurata dei fatti.

Da incorniciare inoltre come il giornalista riesca a riportare erroneamente una delle più famosi frasi dell'umanità «un piccolo passo per me, un grande balzo per l’umanità». Nel caso non lo sappiate Armstrong, all'atto di posare il piede sulla Luna per la prima volta disse "l'uomo" non "me".
Un giornalista che scrive un articolo sulla Luna e riporta malamante questa frase e uguale ad un parrocco che recita male il Padre Nostro, non è una sciocchezza da poco.
Favoloso inoltre che il giornalista la attribuisca scherzosamente ad un mediocre sceneggiatore hollywoodiano. Perchè, scrivere un articolo su una testata nazionale farcito di ignoranza, mancanza di fonti e banale sensazionalismo cos'è? Da premio Pulitzer?

Concludo tranquillizando i parenti Collins ed Armstrong (due dei tre astronauti che hanno fatto parte della missione insieme ad Aldrin). I vostri eroei non sono morti, nonostante il Corriere li dia per cadaveri parlando di Aldrin come "ultimo sopravvissuto" e "superstite". Manco se il modulo lunare fosse esploso.
Qui non si tratta di conoscere in dettaglio i fatti, questa è ignoranza pura, peccato non veniale per chi di mestiere informa la gente.

Sentite condoglianze. Per la morte del giornalismo.

Per chi, come me, è convinto che la realtà sia più strabiliante delle fantasie complottiste, vi invito a sgranare gli occhi su questa serie di immagini dedicata alla missione lunare Apollo 11.

AGGIORNAMENTO: 16/07/2009 ore 23:00
Su Il Giornale, che è stato tempestato da mail di protesta, è apparsa una rettifica del giornalista che ha scritto l'articolo incriminato. La riporto integralmente:
<Gentili lettori, chi scrive è l'autore dell'articolo così duramente contestato nei commenti. Mi spiace per le reazioni suscitate, non era mia intenzione offendere l'intelligenza di alcuno. Né io in quanto autore dell'articolo né il Giornale che ospita il mio pezzo ha mai sposato la tesi complottista. All'interno di una pagina dedicata ai 40 anni dall'allunaggio (con un'intervista molto seria a un astronauta del Programma Apollo) sè è deciso di aggiungere un pezzo nel quale si dà conto che il 20% degli americani hanno dubbi sulla missione del 1969. Per quanto folle sia il dato, rimane - a nostro avviso - una notizia curiosa. Nessuno di noi, qui al Giornale, crede alla truffa. Io per primo. Ho solo raccontato alcuni dei motivi per i quali molti - ancora oggi - hanno dei dubbi. Se l'articolo può sembrare in qualche modo "vicino" alle tesi della cospirazione (e non voleva esserlo), significa che ho sbagliato il taglio e l'approccio. In questo caso, chiedo scusa ai lettori.>

Lungi da me mettere in dubbio la buona fede del giornalista, ma bisogna ammettere che il taglio dell'articolo non è quello di "far sentire l'altra campana" bensì quello di instillare il dubbio nel lettore poco informato.
Riportare l'esistenza della teoria del complotto è lecita, ma il giornalista dovrebbe anche preoccuparsi di mostrare che le sue argomentazioni non reggono. A maggior ragione se, come egli stesso afferta, crede nell'avvenuto sbarco lunare.

martedì 7 luglio 2009

Arriva il caricabatteria universale per i telefoni cellulari

Uno dei drammi elettronici a cui un utente di telefonino può andare incontro è certamente la rottura del caricabatteria.
O avete la fortuna di avere un parente col telefono uguale o son noie. Com'è ben noto, i caricabatteria non sono intercambiabili fra le varie marche di telefonini e spesso anche all'interno delle stessa casa c'è incompatibilità per cui o mettete mano al portafogli per un nuovo caricabatteria oppure riesumate qualche residuato preistorico della telefonia mobile dai vostri cassetti (con inevitabile sfottò dei vostri amici più tecnologici).

La seccatura sembra tuttavia destinata a sparire visto che i maggiori produttori di telefonini hanno presentato alla Commisione Europea un Protocollo d'intesa (in inglese) per adottare un caricabatteria universale. Nella pagina troverete linkati anche la dichiarazione entusiasta del vice-presidente della Commisione oltre alla dichiarazione di intenti che include le specifiche tecniche del caricabatteria.
Le aziende firmatarie sono Apple, LG, Motorola, NEC, Nokia, Qualcomm, Research In Motion, Samsung, Sony Ericsson e Texas Instruments. Insomma, i colossi ci stanno tutti.

I vantaggi previsti sono notevoli:
  • possibilità di usare un solo caricabatteria per tutti i cellulari che si possiede
  • minore disagio nel caso il proprio caricabatteria si rompa dato che si può impiegare quello di un altro cellulare
  • riduzione dei rifiuti elettronici visto che, anche se si rompe il cellulare, il caricabatteria si può riutilizzare
  • possibilità di acquistare il solo cellulare con naturale riduzione del prezzo
  • adozione di uno standard comune che porterà ad avere caricabatteria più efficienti con minore consumo energetico (p.es. interrompere l'alimentazione una volta che la batteria è carica).
Nonostante il Protocollo riguardi il solo mercato europeo, essendo quello della telefonia un mercato mondiale è naturale che lo standard venga adottato in tutto il globo.
Non è escluso inoltre che la stessa filosofia venga applicata in futuro per altri dispositivi quali fotocamere, videocamere e computer portatili.

Il caricabatteria universale, che avrà lo spinotto micro-USB, dovrebbe debuttare sul mercato nel 2010.