giovedì 16 luglio 2009

Quarant'anni fa lo sbarco sulla Luna. Ci risiamo col complotto ... anzi no

Il 20 luglio sarà il quarantennale dello sbarco sulla Luna da parte della missione Apollo 11 ed insieme alle celebrazioni rifioccano le voci mai sedate del complottone, ossia che l'allunaggio sia stata tutta una finzione ricreata in un set cinematografico dalla NASA e diretta da Stanley Kubrik.

Prima che scada il conto alla rovescia, vi segnalo che sul sito http://wechoosethemoon.org/, c'è la riproposizione dell'intera missione Apollo 11 in "diretta". Oltre a seguire le varie fasi, sentirete le trasmissioni radio originali dell'epoca con foto e tanto altro materiale per gli astrolifi. In questo momento (14:39) mancano 52 minuti al lancio, non perdetevelo!

Incappo stamane in un articolo de Il Giornale che è la massima espressione del pressappochismo giornalistico, specialmente in ambito scientifico. Insomma, un articolo buttato lì solo per fare sensazione, creare l'alone di mistero e liberarsi il pomeriggio "tanto anche oggi un articolo l'ho scritto".

Il giornalista riporta quelle che sarebbero le stranezze che fanno gridare al complotto: <<perché nelle foto e nei filmati della missione Apollo 11 non si vedono le stelle che, in mancanza di atmosfera, dovrebbero essere luminosissime? Perché non ci sono crateri sotto il Lem nonostante il getto del motore a propulsione? Perché in molte immagini gli astronauti proiettano ombre e sono illuminati in un modo inspiegabile rispetto alla sola fonte di luce possibile sulla luna, cioè il sole? Perché Armstrong è fotografato da Aldrin che si vede riflesso nel suo casco senza però avere in mano la macchina fotografica?>>

Rispondo brevemente dal basso della mia ignoranza e vi linko il materiale per approfondire.

1. Questione stelle: ma vi pare che alla NASA sono così idioti da dimenticare le stelle? Le stelle non si vedono perchè per la loro luce è estremamente più debole del suolo lunare fortemente illuminato.

Chiudendo il diaframma (in sostanza, facendo entrare poca luce nella macchina fotografica) se evita che il suolo venga immortalato come un enorme chiazza bianca ma, per forza di cose, le stelle non vengono. Anche in foto di missioni spaziali recenti (2008) non ci sono le stelle. False anche quelle?
Approfondimento QUI con numerose immagini senza stelle e relativa spiegazione.

2. Questione cratere: e chi l'ha detto che deve esserci per forza? Gli aerei a decollo verticale come l'Harrier, non bruciano nemmeno il praticello da cui si librano, come si vede a 2:48 di questo video. Ne scavano sul ponte di una portaerei o una pista di decollo.



E l'Harrier pesa minimo 7000kg. Il modulo lunare (la navicella con la quale Aldrin e Armstrong scesero sulla Luna) pesava 15000kg che sulla Luna, a gravità ridotta, diventano 2500kg.
Approfondimento QUI in cui si fa notare come in realtà ci siano degli effetti sul suolo lunare dovuti al motore del modulo.

3. Questione illuminazione impossibile: qui in basso trovate la fotografia che viene spesso riportata dai complottisti come testimonianza della messinscenza.

Si argomenta che l'astronauta non dovrebbe vedersi in quanto è nell'ombra proiettata dal modulo. La spiegazione complottista è che sia illuminato da un'altra fonte di luce, ossia la lampada di un set cinematografico. In realtà l'astronauta, come anche il modulo, non è completamente nero in quanto illuminato dalla luce riflessa dal suolo lunare. La Luna è altamente riflettente, difatti la vediamo anche in pieno giorno.
Notate inoltre come la foto sia sovraesposta, ossia il suolo è molto più bianco che nelle altre foto in quanto la pellicola ha assorbito più luce. Questo vuol dire che nelle realtà, l'astronauta era più scuro.

4. Questione fotocamera: l'obiezione che nel riflesso del casco lunare non si veda l'altro astronauta con la macchina fotografica ad altezza volto è smontabile conoscendo un pò i fatti, cosa che un giornalista dovrebbe fare prima di scrivere un articolo.

Le macchine fotografiche erano fissate sul petto degli astronauti, non potevano maneggiarle come turisti giapponesi.
Lo sanno persino i complottisti (tra cui Bill Kaysing, uno dei maggiori sostenitori del finto allunaggio) tanto che muovono un'altra obiezione "le foto sono troppo perfette considerando che le macchine erano sul petto con la conseguente difficoltà di mirare".
In realtà le belle foto che conoscete e che vengono propinate al grane pubblico sono quelle venute meglio. Ci sono decine di foto venute male (sfuocate, scure, mosse, fuori inquadratura, ecc.) che certamente la NASA non usa per celebrare la sua impresa.
Maggiori dettagli QUI con alcune delle foto citate.

L'articolo rincara l'alone di mistero con <<A conferma dei dubbi dei cospiratori, la Nasa due anni fa ha dichiarato di aver perso i filmati originali dello sbarco.>>
Assolutamete no. La NASA ha perso una copia in alta qualità del video, ma ha ancora la copia originale.
Copie in alta qualità sono disponibili presso la società Footagevault che si è occupata di rimasterizzare gli originali. Per gli astrofili, segnalo che il giornalista e blogger Paolo Attivissimo (che gestisce tra i vari blog anche Complotti Lunari da cui sono presi gli articoli di approfondimento) ha indetto una colletta per acquistare i video e farne un documentario liberamente scaricabile una volta realizzato. Maggiori dettagli, con il link per la donazione, li trovate QUI.

Per chi volesse levarsi altri dubbi, vi invito a leggere le FAQ redatte da Complotti Lunari. Vedrete come il complottone si sgonfia da solo con un minimo di conoscenza accurata dei fatti.

Da incorniciare inoltre come il giornalista riesca a riportare erroneamente una delle più famosi frasi dell'umanità «un piccolo passo per me, un grande balzo per l’umanità». Nel caso non lo sappiate Armstrong, all'atto di posare il piede sulla Luna per la prima volta disse "l'uomo" non "me".
Un giornalista che scrive un articolo sulla Luna e riporta malamante questa frase e uguale ad un parrocco che recita male il Padre Nostro, non è una sciocchezza da poco.
Favoloso inoltre che il giornalista la attribuisca scherzosamente ad un mediocre sceneggiatore hollywoodiano. Perchè, scrivere un articolo su una testata nazionale farcito di ignoranza, mancanza di fonti e banale sensazionalismo cos'è? Da premio Pulitzer?

Concludo tranquillizando i parenti Collins ed Armstrong (due dei tre astronauti che hanno fatto parte della missione insieme ad Aldrin). I vostri eroei non sono morti, nonostante il Corriere li dia per cadaveri parlando di Aldrin come "ultimo sopravvissuto" e "superstite". Manco se il modulo lunare fosse esploso.
Qui non si tratta di conoscere in dettaglio i fatti, questa è ignoranza pura, peccato non veniale per chi di mestiere informa la gente.

Sentite condoglianze. Per la morte del giornalismo.

Per chi, come me, è convinto che la realtà sia più strabiliante delle fantasie complottiste, vi invito a sgranare gli occhi su questa serie di immagini dedicata alla missione lunare Apollo 11.

AGGIORNAMENTO: 16/07/2009 ore 23:00
Su Il Giornale, che è stato tempestato da mail di protesta, è apparsa una rettifica del giornalista che ha scritto l'articolo incriminato. La riporto integralmente:
<Gentili lettori, chi scrive è l'autore dell'articolo così duramente contestato nei commenti. Mi spiace per le reazioni suscitate, non era mia intenzione offendere l'intelligenza di alcuno. Né io in quanto autore dell'articolo né il Giornale che ospita il mio pezzo ha mai sposato la tesi complottista. All'interno di una pagina dedicata ai 40 anni dall'allunaggio (con un'intervista molto seria a un astronauta del Programma Apollo) sè è deciso di aggiungere un pezzo nel quale si dà conto che il 20% degli americani hanno dubbi sulla missione del 1969. Per quanto folle sia il dato, rimane - a nostro avviso - una notizia curiosa. Nessuno di noi, qui al Giornale, crede alla truffa. Io per primo. Ho solo raccontato alcuni dei motivi per i quali molti - ancora oggi - hanno dei dubbi. Se l'articolo può sembrare in qualche modo "vicino" alle tesi della cospirazione (e non voleva esserlo), significa che ho sbagliato il taglio e l'approccio. In questo caso, chiedo scusa ai lettori.>

Lungi da me mettere in dubbio la buona fede del giornalista, ma bisogna ammettere che il taglio dell'articolo non è quello di "far sentire l'altra campana" bensì quello di instillare il dubbio nel lettore poco informato.
Riportare l'esistenza della teoria del complotto è lecita, ma il giornalista dovrebbe anche preoccuparsi di mostrare che le sue argomentazioni non reggono. A maggior ragione se, come egli stesso afferta, crede nell'avvenuto sbarco lunare.

Nessun commento:

Posta un commento