Quando sentiamo parlare di energia rinnovabile pensiamo immediatamente all'energia solare, eolica ed idroelettrica. Una fonte meno nota ma molto promettente è il mare che copre 3/4 buoni della superficie terrestre.
L'interesse non è del tutto nuovo. Nel novembre del 1966 aprì i battenti la prima centrale in grado di sfruttare le maree, ovvero quella di Rance (Francia). L'alta marea riempie una mega vasca che viene poi svuotata durante il giorno mettendo in moto delle turbine che generano energia elettrica.
Una filosofia diversa è quella seguita dall'australiana Oceanlinx che sfrutta il moto delle onde. La tecnologia si basa su delle piattaforme galleggianti formate in sostanza da uno "scatolone" semi-sommerso con in cima una turbina come mostrato nella figura in basso.
Nella prossima figura è mostrato invece il principio di funzionamento dell'impianto.
Quando l'onda entra nello scatolone, l'acqua spinge l'aria in una turbina facendola girare generando energia elettrica. Il sistema è in grado di sfruttare anche il deflusso dell'acqua infatti quando il livello diminuisce si crea un risucchio d'aria che continua a far girare la turbina.
A questo punto mi si era alzato un sopracciglio dubbioso pensando "un secondo, ma se l'aria circola in senso opposto lo farà anche la turbina". In realtà la turbina ha delle alette auto-orientabili per cui essa gira sempre nello stesso verso nonostante il flusso d'aria inverta direzione. E' come se un ventilatore soffiasse sempre nella stessa direzione nonostante lo fate girare al contrario in quanto avete invertito l'inclinazione delle pale. Il meccanismo è ben visibile in questo video a 3:35 circa, preso dalla trasmissione Beyond Tomorrow dedicata a scienza e tecnologia.
Tale sistema è promettente in quanto non ha parti meccaniche sommerse essendo la turbina al di sopra del livello del mare. In tal modo si evita la corrosione a causa dell'acqua marina, è facilitata la manutenzione non essendoci la necessità di immersioni ed in caso di incidenti come perdita di lubrificante viene ridotto l'inquinamento marino.
Le onde di cui stiamo parlando non sono le piccole increspature sulla superficie del mare dovute al vento che cambia rapidamente nel giro di poche ore, bensì alle lente oscillazioni del mare simili alle onde da surf o a quelle causate da uno tsunami. Queste onde sono in grado di percorrere migliaia di km e diventano tanto più regolari ed energetiche quanto più sono in grado di propagarsi senza essere rotte da isole garantendo energia sufficiente con continuità. Ciò spiega perché le isole Hawaii sono particolarmente interessate alla tecnologia in quanto, trovandosi a notevole distanza dalla terra ferma, vengono investite dai moti ondosi provenienti dal polo sud, dallo stretto di Bering e dall'Asia.
Dopo essersi dedicata ai prototipi, la Oceanlinx sta costruendo una centrale dimostrativa composta da varie piattaforme collegate fra loro ed alla rete elettrica australiana. Sarà pronta per il 2010 al largo di Sydney e fornirà una potenza di 2.5 MW in grado di soddisfare il fabbisogno energetico di circa 2000 abitazioni.
Fonti:
Ciao, se ti interessa cerco alcuni articoli su altri metodi per produrre energia dal moto ondoso (non solo maree). A presto.
RispondiEliminaAntonio
Ciao Antonio.
RispondiEliminaRicordo un sistema basato su un "serpente" galleggiante o sommerso fatto oscillare dalle onde.
Una ricerca veloce mi ha portato a questo e questo
Perdonami se non sono più specifico, ma non è un campo di cui mi interesso spesso :)
Antonio,
RispondiEliminasono riuscito a trovare l'articolo che lessi diverso tempo fa circa il serpentone.
Ocean Power Catches a Wave